Prosegue il cammino di SDA Bocconi verso ciò che non è più la prospettiva del futuro ma la necessità del presente, la sostenibilità. Quella sostenibilità di cui Renato J. Orsato può senz’altro definirsi pioniere. Italo-brasiliano, di recente nominato Professor of Practice in SDA Bocconi, si è dedicato allo studio delle ragioni e delle strategie green fin dal secolo scorso, iniziando nel 1996 con un dottorato a Sidney. Tre anni dopo ha cominciato a pubblicare su questi temi, quando ancora “c’era ben poca ricerca in materia”, ricorda. “Il testo a cui ho lavorato nel 2008 si è rivelato sempre più attuale e si è arricchito continuamente di nuovi casi”. Il suo percorso professionale è poi proseguito a livello internazionale, tra impegno accademico ed esperienze manageriali e imprenditoriali, spaziando dai veicoli a basse emissioni allo sviluppo di incubatori e acceleratori di imprese sostenibili. Il tutto armonizzato da un principio-guida: l’eco-sostenibilità è uno sforzo collettivo e individuale di ricerca e di applicazione, con molti perché e tanti come.
Lei nasce ingegnere civile in Brasile e poi comincia una sorta di viaggio intorno al mondo, tra Australia, Francia, Svezia e ora Italia, tra management ed economia ambientale, tra accademia e azienda. Che bagaglio ha portato con sé e come considera oggi il fulcro dei suoi interessi, la sostenibilità?
“Innanzitutto e soprattutto ho capito che la sfida è globale. In ogni angolo del pianeta ho notato gli stessi problemi, e le difficoltà nel risolverli erano simili (in questo senso, siamo davvero un mondo globalizzato). Il lato positivo è che ho potuto raccogliere anche esperienze di successo in diverse parti del mondo, dalla Nuova Zelanda alla Danimarca, al Brasile... Significa che ci sono persone consapevoli del problema e disposte a impegnarsi per trovare soluzioni, ovunque.
Oggi sono interessato principalmente al modo in cui tecnologie come la blockchain, per esempio, che permettono la diffusione di modelli di business innovativi possono supportare la transizione verso un’economia e una società più sostenibili”.
Dieci anni fa ha creato greenApes, oggi benefit corporation, un’app che promuove gli stili di vita eco-sostenibili tramite soluzioni digitali, basata su una logica di incentivi morali, sociali ed economici. Che cosa rappresenta questa “avventura” dell’imprenditore Orsato per il professor Orsato?
“Come accademico, ho sempre lavorato utilizzando casi aziendali (che hanno avuto successo o sono falliti) per imparare e insegnare la sostenibilità. Dalle mie ricerche ho capito che alcuni cittadini/consumatori pagano un prezzo per la sostenibilità. Spesso fanno grossi sforzi per essere più sostenibili della media. Per esempio, sono attenti alla raccolta differenziata, vanno a piedi o usano la bicicletta e i trasporti pubblici invece dell’auto privata, accettano di pagare di più per prodotti locali ed ecologici, per l’energia verde, ecc. Ma spesso hanno la sensazione di ‘essere soli nella giungla’, che nessun altro si preoccupi delle stesse cose.
greenApes (che ci ricorda come noi “scimmie nude” possiamo essere compatibili con il nostro ambiente) affronta questi problemi. La piattaforma aiuta le persone che già si comportano in modo ‘verde’ a non sentirsi sole, a formare una comunità, e premia i loro sforzi. Alle persone che sono sensibili ai problemi di sostenibilità ma fanno fatica a tradurre in azioni concrete questa sensibilità greenApes fornisce incentivi – materiali (sconti nei negozi partner) e morali (sostegno sociale) – per intraprendere azioni concrete. Infine, le imprese orientate alla sostenibilità possono trovare un ecosistema di supporto dove i prodotti e i servizi ecologici hanno visibilità e sono apprezzati da una comunità di consumatori green. greenApes, in sostanza, unisce cittadini e imprese impegnati in stili di vita sostenibili. In altre parole, contribuisce a creare un ecosistema per un’economia sostenibile.
L’avventura imprenditoriale mi ha permesso di capire fino in fondo le sfide che le startup devono affrontare e le enormi difficoltà implicite nella realizzazione e nel funzionamento di piattaforme digitali di business per la sostenibilità. Nel complesso, il professor Orsato ha imparato molto da questa esperienza e ora sta trasferendo tali apprendimenti ai suoi studenti”.
Una nota personale, ma non troppo: ha un significato particolare l’essere italo-brasiliano? E oggi, girando tra i banchi e i corridoi del nuovo campus SDA, che stimoli sente di ricevere e di poter dare?
“Nel febbraio 1882, Domenico Orsato sbarcò nella parte meridionale del Brasile con sua moglie Maria Bellò e i loro sette figli. Il mio bisnonno nacque proprio durante la traversata dell’Atlantico. Dopo cinque generazioni, molto lavoro e grandi difficoltà, nel febbraio 2022 (esattamente 140 anni dopo), io sono arrivato in Italia per insegnare in SDA Bocconi, un’università di cui ho un’enorme considerazione.
Essere italo-brasiliano, in questo caso, incarna quasi letteralmente le grandi sfide legate al collegamento tra i continenti. In questo senso, il principale stimolo che voglio dare alla mia attività in SDA riguarda proprio la consapevolezza di essere connessi con tutto il resto del mondo. Del resto, per avere una società più sostenibile dobbiamo percepire l’intero pianeta come la nostra casa e tutti gli esseri umani come fratelli e sorelle. Col mio lavoro in SDA spero di essere capace di dare agli studenti la possibilità di diventare campioni della sostenibilità all’interno delle loro organizzazioni in modo da creare alla fine, insieme, un sistema di Global Care”.
Per restare alla metafora delle green ape, un salto evoluzionistico non da poco nel modo di concepire l’economia e la convivenza sociale.
SDA Bocconi School of Management