Si comincia con una piattaforma per facilitare la ricerca di un imbianchino o di una baby-sitter e si finisce per progettare un sistema di welfare circolare per un intero territorio. Succede quando a muovere le fila ci sono uno slancio “visionario”, la capacità di leggere il contesto e uno spirito d’iniziativa innato. E, non ultimo, solide competenze acquisite e buoni compagni di viaggio.
Inizia (e prosegue) così la storia di Alessandro Rinaldi, che nelle aule dell’edizione 2014 dell’Executive MBA (EMBA) di SDA Bocconi ha trovato il supporto teorico e metodologico per trasformare la sua intuizione in una realtà imprenditoriale innovativa, nonché le persone con cui condividere il suo progetto. Un progetto che vede la luce a Dubai e che, in altre due tappe, arriva fino in Italia.
Trasferitosi temporaneamente negli Emirati Arabi per il suo precedente lavoro presso una multinazionale, Alessandro sperimenta, come molti altri expatriates, la difficolta di reperire piccoli servizi sul posto. “È in quel contesto che ho pensato all’utilità di una piattaforma che facilitasse l’incontro tra domanda e offerta e permettesse di mettere in contatto artigiani, piccoli imprenditori, free-lance e liberi professionisti con i propri potenziali clienti”. Da questa prima idea nasce , un marketplace digitale per aggregare un’offerta variegata – dall’idraulico al personal trainer, alla baby-sitter – e permettere all’utente finale di confrontare i fornitori di servizi e i prezzi, di prenotare e pagare direttamente online.
Il progetto ha successo e Rinaldi coglie subito le sue ulteriori potenzialità, capisce che può essere ben più che una semplice vetrina online. È qui che entrano in scena Edoardo Crotti e Roberto Cecchia, anch’essi ex partecipanti EMBA. Si sono conosciuti nelle aule di SDA Bocconi, lì hanno lavorato insieme per più di un anno, hanno condiviso idee e sogni, hanno imparato a stimarsi e stimolarsi a vicenda. Per fare il “salto” Alessandro pensa a loro e alle loro competenze. Insieme danno vita a Peekaboox, l’evoluzione di Help4u, una piattaforma integrata e user-friendly che offre al cliente business (artigiano, piccolo imprenditore ecc.) una serie di servizi per la sua attività come la creazione di un sito web, la gestione delle prenotazioni online, lo scheduling delle attività, la fatturazione elettronica, il monitoraggio dei flussi di cassa e del conto economico, le promozioni commerciali. L’operazione ha un grande successo, con un boom di iscrizioni alla piattaforma e una crescita di fatturato di oltre il 200% in 4 anni (2015-2019).
Il successo in trasferta ha tutte le possibilità di essere replicato in casa. Con una marcia in più. La terza tappa di questo viaggio si chiama Welfare circolare e prende il via in Italia, per ora in una realtà circoscritta – la provincia di Biella – come esperimento-pilota, ma con l’ambizione di essere allargata ad altre aree del paese. Questa volta la proposta è rivolta alle aziende di dimensioni maggiori e non tocca solo le corde del business ma anche quelle del bilancio sociale e del purpose aziendale. Alle imprese aderenti viene chiesto di investire un piccolo importo in voucher che i loro dipendenti possono spendere sul territorio locale in diverse forme di welfare personale e familiare (salute, assistenza, studio, attività sportive e ricreative ecc.) sempre attraverso una piattaforma digitale. Le persone possono decidere con un click come usare il portafoglio messo a disposizione dalla loro azienda, le attività commerciali e i professionisti hanno visibilità all’interno del marketplace e le imprese investono sull’economia del territorio, anche con un chiaro ritorno d’immagine.
Oltre a una più che legittima soddisfazione, per i tre soci è sicuramente tempo di primi bilanci e di riflessioni sul percorso che li ha portati fin qui. Provenienti da settori e funzioni aziendali differenti – dall’IT al Supply Chain Management – si sono ritrovati accomunati da un’esperienza formativa che ha impresso una direzione del tutto nuova e inaspettata alla loro professione.
Se lo aspettavano prima di cominciare l’EMBA? Forse non del tutto. “Sono un informatico e mi sono iscritto per ampliare e consolidare le mie competenze manageriali, ma non pensavo di cambiare vita”, afferma Alessandro. “L’EMBA mi ha allargato la visuale a 360°”. Roberto parla di “volontà di rimettersi in gioco” e Edoardo di “realizzarsi attraverso la conoscenza”. Tutte aspettative superate dall’impatto effettivo del master e dagli sviluppi professionali successivi. Per tutti e tre l’EMBA è stata una grande esperienza (tras)formativa. “Le motivazioni che mi hanno spinto a iscrivermi all’EMBA sono diverse dai risultati ottenuti”, ribadisce Roberto. “Qui ho imparato l’importanza del confronto con gli altri soprattutto quando devi prendere decisioni strategiche con pochi elementi a disposizione, come nel caso di una start-up come la nostra”. E finora i risultati hanno dato ragione alle decisioni prese.
Inevitabile concludere la conversazione con i tre alumni chiedendo loro qual è il consiglio principale che vogliono lasciare a chi sta facendo ora, o farà a breve, il percorso formativo che loro iniziarono sette anni fa. Alessandro non ha esitazioni: “Fatelo a mente aperta, non date per scontato nulla”. “Scoprite il valore delle relazioni, non solo professionali, e quanto contano la stima e la fiducia reciproca”, prosegue Edoardo, “senza le quali sarebbe stato difficile per noi accettare una proposta come quella che Alessandro ci faceva da Dubai”. “Io sono partito puntando solo su me stesso e sulle mie possibilità competitive”, gli fa eco Roberto, “e poi ho scoperto che la vera forza veniva dal gioco di squadra”. Una bella suggestione per i manager e gli imprenditori che dovranno misurarsi non solo con i risultati economici ma sempre più con l’impatto sociale e la sostenibilità delle loro azioni.
SDA Bocconi School of Management